Il Momento Presente

di Franca Gallotta

In una prospettiva micro-analitica e fenomenologica “noi siamo psicologicamente e consciamente vivi solo “ora” nel momento presente. Nel “qui e ora” è racchiuso un potere trasformativo senza pari. Un momento in cui è possibile un contatto affettivo, emotivo tra la mente del terapeuta e la mente del paziente. Un momento consapevole per entrambi. Un contatto che viene registrato nella memoria e successivamente richiamato alla coscienza.

Il momento presente inizia ad avere importanza per Stern intorno agli anni sessanta, settanta durante le osservazioni sull’interazione madre-bambino. Secondo l’autore, in psicoterapia ci sono esperienze che determinano un cambiamento, si riferisce alle esperienze vissute in un particolare momento, chiamato presente o meglio nel “momento presente”. Momento in cui l’esperienza soggettiva si sta compiendo e non successivamente quando la si narra a parole. Nella narrazione ci sono due momenti: il momento presente originario, non narrato in cui l’evento viene vissuto e il momento presente, in cui il soggetto riferisce in un secondo momento l’accaduto. Quando narriamo un esperienza qualcosa inevitabilmente si perde. Stern adotta una metodologia micro-analitica, e quindi , a una rappresentazione dettagliata e fedele di quanto e stato esperito, in modo da avvicinarsi sempre più ad una descrizione più verosimile possibile.

Questi momenti presenti, di breve durata che si manifestano nell’ “ora”, non sono slegati dagli altri eventi della vita e contengono “lo stile, la personalità, la preoccupazione o i conflitti del soggetto, la sua esperienza passata”. Ognuno di questi momenti possono essere utilizzati in terapia e le loro finalità terapeutiche sono pari a quelle di un sogno o di altri metodi utilizzati.

In un primo momento la psicologia accademica improntata su una visione del prima e del dopo non ha sentito la necessità di indagare esperienze soggettive come il momento presente. Anche la psicoanalisi e la psicoterapie psicodinamiche hanno preso le distanze da tale prospettiva. “La psicoanalisi considera il momento presente come una riproposizione, nel tempo, di eventi, persone o pattern del passato (transfert), come un trampolino per le libere associazioni, o semplicemente come un fenomeno superficiale paragonabile al contenuto manifesto dei sogni”.

La terapia psicoanalitica utilizza l’esperienza soggettiva per dare inizio ad una serie di associazioni che in realtà allontanano il paziente dal momento presente, anche il trasfert e il controtransfert sono considerati particolari momenti presenti ma anche in questo caso l’attenzione a tale momento è mantenuta giusto il tempo dell’interpretazione.

Successivamente verso la fine del Novecento é stato importante l’incontro tra la psicologia e le neuroscienze dando inizio così ad un periodo più fecondo per lo studio e l’utilizzo del momento presente in terapia.

Quello che Stern propone, è una nuova prospettiva microtemporale, ossia, una nuova visione della psicoterapia, in un ottica fenomenologica. Secondo l’autore, una maggiore attenzione al momento presente, avrebbe un grande valore clinico”. Più lo psicoterapeuta, riesce ad esplorare il momento presente, tanto più saranno le strade che potrà poi percorrere. Da un punto di vista teorico, non è una competizione con le libere associazioni, ma più che altro, un’ulteriore e complementare tecnica da utilizzare in terapia. Spetta al terapeuta, in base ad una sua decisione tecnica, scegliere quale utilizzare.

Un cambiamento nel processo psicoterapeutico non è legato solo a variazioni a livello esplicito ( tutto ciò che è simbolico, cosciente, verbalizabile e narrabile), ma anche nella sfera implicita (tutto ciò che non è simbolico, non narrabile, inconscio). Anche la conoscenza implicita ha un vasto raggio di azione nella clinica, inoltre riveste un ruolo importante in ambito clinico. Tutto ciò che è implicito, non è conscio ma non è neanche rimosso, fondamentalmente ha un’altra funzione. L’implicito ha il compito di regolare lo spazio intersoggettivo immediato ossia quello spazio di pensieri sentimenti che condividono due persone nella loro relazione.

Il momento presente, in quanto storia vissuta, può essere condiviso ed è qui che entra in gioco l’intersoggettività, ciascuno può partecipare alla storia vissuta dell’altro e creare insieme a lui una nuova storia. In psicoterapia i momenti che più ci interessano sono proprio questi momenti, momenti in cui il terapeuta e il paziente stabiliscono un contatto intersoggettivo. L’intersoggettività diventa quindi l’essenza stessa del processo terapeutico oltre ad un utile strumento terapeutico Il processo terapeutico, infatti, avanza attraverso il bisogno di stabilire un contatto intersoggettivo. E’ spontaneo e imprevedibile, anche quando il terapeuta, presume di sapere, cosa sta per dire il paziente, in realtà, non sa che piega prenderà la conversazione, sa solo, che nella stanza, ci sono due menti che interagiscono e co-creano con una certa approssimazione, modificando il campo intersoggettivo, aprendo nuove strade, nuovi modi di stare insieme, nuove possibilità.

Tale processo può portare la terapia a cambiamenti attraverso momenti ora e momenti d’incontro. Un momento-ora è quando il terapeuta incontra per esempio il paziente fuori dal setting (in fila alla posta), solitamente è un evento che minaccia di rompere le regole abituali. La risoluzione a questo momento è un momento d’incontro, ossia, una risposta autentica più che tecnica, un momento presente che risolva la crisi creata dal momento-ora. Il momento d’incontro crea una condivisione intersoggettiva, carica affettivamente, ed è proprio questa carica affettiva a modificare il campo intersoggettivo tra i due. Successivamente sia il terapeuta che il paziente percepiranno “un’apertura” nella relazione. Tale apertura permetterà loro di esplorare un nuovo modo di stare insieme e nuove aree di conoscenza implicita ed esplicita. “Ciascuno vive in prima persona un frammento di realtà in divenire e legge nel comportamento dell’altro un riflesso di questa esperienza. Ciò crea un ciclo di rientro che unisce le loro menti: l’esperienza d’origine entra a far parte di una coscienza intersoggettiva, e quindi può essere verbalizzata e narrata divenendo un punto di riferimento nella storia del trattamento”. In qualche modo il passato deve essere ricondotto al presente e il presente deve modificare il passato. Nel momento in cui il momento presente è un esperienza che nasce dal processo di avanzamento terapeutico, esso agirà da nuovo contesto per il ricordo. Tutto ciò creerà un nuovo passato funzionale che sarà ricondotto al presente. Tale processo perchè si stabilizzi ha bisogno di essere ripetuto più volte, anche a livello neuronale. Solo quando il passato che influenza il comportamento presente viene modificato, ci potrà essere un cambiamento.

Pubblicato da Psicologa Franca Gallotta

Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Gestalt-Analitica

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